Due approcci diversi, due diversi punti di vista
Dipende tutto dal paio di occhiali che si indossano, anche quando si va dal medico: medicina orientale e occidentale? Vediamo nel dettaglio i due differenti approcci.
Approccio anatomico
- Il medico occidentale difficilmente considera l’individuo nel suo insieme e come se non bastasse a causa delle specializzazioni mediche (cardiologia, andrologia, ginecologia, ortopedia etc.), il corpo umano – e quindi il paziente – viene considerato come una scacchiera, fatta di singoli organi.
- Il medico tradizionale orientale considera uniti corpo e mente, per questo durante la visita tiene in considerazione anche gli aspetti psicologici del paziente.
Visita
- Da noi la visita vera e propria dura pochi minuti. Al termine della quale se necessario vengono prescritti esami diagnostici, mirati a sondare lo stato di salute di singoli organi.
- I medici orientali dedicano molto tempo a conoscere meglio il paziente, facendo molte domande, non solo quelle legate allo stato di salute, ma anche allo stile di vita, alle abitudini, concentrandosi sulla funzionalità intestinale, gastrica e urinaria. Viene posta poi molta attenzione al polso, per intercettare eventuali squilibri tra i diversi sistemi fisiologici.
Sintomo
- La medicina occidentale mira a registrarlo (con la visita classica o con la diagnostica) e poi a curarlo, con l’intento di farlo sparire il più velocemente possibile.
- La medicina orientale invece vede il sintomo come un segnale da decifrare, inviato da tutto l’organismo, non c’è fretta di intervenire, prima c’è la comprensione.
Diagnosi
- In Occidente ci si arriva dopo gli esami diagnostici (strumentali e di laboratorio) valgono molto più della visita vera e propria ed è grazie a questi che spesso si arriva alla diagnosi.
- Anche in Oriente si usano oggi gli esami diagnostici, ma il responso viene armonizzato con quello emerso durante il dialogo con il paziente.
Farmaci vs Stile di vita
- La prevenzione dalle nostre parti guadagna terreno, e gli dedichiamo sempre più spazio. Ma è un fatto che al manifestarsi di un sintomo noi si ricerchi la strada più breve: il farmaco per farlo passare. Solo in seconda battuta proviamo a cambiare lo stile di vita.
- Diverso è l’approccio della medicina tradizionale orientale che invece interviene in prima battuta sullo stile di vita e in particolar modo sui ritmi biologici (sonno, pasti). L’eventuale intervento farmacologico è posto in secondo piano.
Farmaci
- In Occidente i farmaci si basano su un solo principio attivo. Che mira a risolvere il problema evidenziato durante la visita e che gli esami diagnostici hanno confermato. La terapia farmacologica quindi non fa altro che confermare l’approccio a scacchiera.
- La medicina orientale invece utilizza per la cura diversi prodotti naturali, erbe, con più principi attivi. Ma non solo. Una risposta terapeutica è offerta dalla meditazione, dall’agopuntura, dai massaggi ayurvedici, dagli esercizi di respirazione, etc. Tutte tecniche mirate a ridurre lo stress e a ripristinare l’equilibrio tra mente e corpo.
In conclusione
E se la risposta alla nostra salute si celasse nel dialogo armonioso di questi due differenti approcci?
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A cura della Dott.ssa Nicoletta Orthmann Referente medico-scientifico di O.N.Da e con la supervisione scientifica della Prof.ssa Rossella Nappi (Clinica Ostetrica e Ginecologica, IRCCS Policlinico S. Matteo, Università degli Studi di Pavia).
Fonte: Focus
Elisabetta
Ultimo aggiornamento: 11 gennaio 2023